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Ulisse Ribustini
 
 
150° dell'Unità d'Italia



 

Franco Concetti

Ulisse Ribustini (1852 - 1944)

(Da “Storie, vetustà, graffiti, uomini illustri Vernacolo di Civitanova Marche” - Recanati, dicembre 2006)

 

 

Pietro Paolo Ribustini, artigiano della scarpa, nato a Monturano nel 1758, sposò in quel Comune nel 1786 Maria Papetti del 1763 la quale, il 5 aprile del 1788, gli diede un figlio, Giuseppe. Questi, continuando il mestiere del padre, dopo essersi trasferito a Civitanova, si coniugò nel 1815 con la nostra concittadina Carmine (o Carmelitana) Gatti dalla quale ebbe quattro figli: il 18 febbraio del 1816, Pietro Paolo,  che divenne sacerdote, il 30 giugno del 1818, Maria, il 23 luglio del 1820, Giovanni Battista, che continuò nel mestiere di calzolaio, e il 14 luglio del 1822 Euticchio (o Eutizio) che divenne ferroviere . Questi nel 1843 sposò a Civitanova Clementina Cippitelli e la coppia ebbe quattro figli, tutti nati a Civitanova: il 22 febbraio del 1844, Caterina, che morì il 22 aprile del 1916, il 20 dicembre del 1848, Atemizia, che morì il 27 marzo del 1878, il 26 agosto del 1852, Ulisse, che morì a Perugia il 16 giugno del 1944 e il 22 agosto del 1855, Nerio, che morì a Perugia il 21 maggio del 1921.


Da ricerche nel nostro Archivio Storico Comunale è stato rinvenuto un librettino di 7 o 8 pagine nel quale le Scuole Pubblche Civitanovesi comunicavano al Sindaco di allora, il Marchese Giacomo Ricci, che nell'anno scolastico 1867/1868 erano stati premiati due alunni più meritevoli della seconda classe elementare, uno dei quali fu Ulisse Ribustini.


L'altro alunno si distinse anche in seguito, mentre Ulisse non potè continuare tutto il ciclo scolastico a Civitanova perchè il padre si trasferì con la famiglia a Perugia, il 15 settembre del 1869, dovendo, quale assistente ai lavori del nuovo tronco ferroviario Torontola-Foligno, far completare quel tratto di strada ferrata che, partendo da Firenze, doveva congiungersi con Roma.


Sembrerà strano che Ulisse frequentasse la seconda elementare a 15 anni, ma allora andare ad imparare a leggere e a scrivere in una scuola facoltativa era già un lusso ed un sintomo di emancipazione.


Il fratello di Eutizio, Giovanni Battista, rimase invece a Civitanova ove, nel 1844, sposò la civitanovese Agata Maracci dalla quale ebbe il primo figlio Eugenio nel 1845, la seconda figlia Letizia nel 1846, il terzo figlio Leandro [il bisnonno dell'autore, Franco Concetti - ndr ] nel 1848, che diventò Guardia Comunale, la prima ad essere distaccata nella frazione del Porto nel 1888 per non permettere alla gente di denudarsi completamente nella spiaggia per fare i bagni o prendere il sole.


Leandro Ribustini, a seguito di grave insolazione subita nella spiaggia, morì a Macerata il 16 giugno del 1892, a soli 44 anni, lasciando vedova la trentanovenne civitanovese Marianna Sodini [ la bisnonna dell'autore - ndr ], sposata nel 1880, e quattro figli: Irene [ la nonna dell'autore -  ndr ], nata nel 1881 e morta nel 1926, Remo, nato nel 1883 e morto nel 1966 senza figli, Jole, nata nel 1886 e morta negli U.S.A. nel 1957 ed Agasta, nata nel 1889 [ la prozia dell'autore che gli fece anche da madre - ndr ] e  deceduta senza figli nel 1974, facendo così estinguere la casata civitanovese dei Ribustini.


Letizia ibustini, casalinga, si unì in matrimonio nel 1877 con il civitanovese Vincenzo Cattolica, calzolaio, classe 1843, ed ebbe due figli: Francesco, tramviere, nato nel 1881 e Gilfredo, maestro e professore di musica, nato nel 1882.


Ritornando al ferroviere Eutizio Ribustini, trasferitosi con la famiglia a Perugia nel 1869, quando i Ulisse e Nerio avevano rispettivamente 17 e 14 anni, egli li volle indirizzare verso l'artigianato ma, la cosa gli riuscì solo per Nerio, mentre non fu possibile deviare Ulisse dalla sua strada maestra, la pittura, che lo conquistò per tutta la vita.


Difatti l'arte innata di Ulisse di dipingere sui muri, sui cartoni e su qualsiasi superficie, costrinse il genitore a mandarlo agli studi nell'Accademia di Belle Arti di Perugia ove, negli ultimi quattro anni di insegnamento del valido maestro Silvestro Valero, pensionatosi nel 1874, dopo essersi distinto, con i suoi preziosi affreschi, nell'abside della Cattedrale di Todi, riuscì ad acquisire quelle fondamentali basi nel disegno e nell'ornato che allora erano ritenute indispensabili e che gli permisero di frequentare e distinguersi nello studio napoletano di quell'artista della pittura italiana dell'800 che rispondeva al prestigioso nome di Domenico  Morelli, affrescatore di grandi soffitti come quello della Cappella del Palazzo Reale di Napoli ove è dipinta l'Assunta.


Nel 1877, dopo aver frequentato a Napoli lo studio del Morelli, espose "Una Testa" che destò grande interesse fra i pittori napoletani. Nel 1881 fu invitato a Civitanova dal Sindaco, il Conte Gaetano Graziani, ad eseguire numerosi affreschi nel salone dei consigli del Comune di Civitanova Alta, affreschi raffiguranti episodi tratti dall'Eneide di Virgilio e medaglioni che riproducessero  illustri personaggi civitanovesi: Annibale Caro, il Marchese Giacomo Ricci, il nobile Natinguerra, il Duca Giluiano Cesarini Sforza, il Vescovo Aggarbati ed altri. Tali opere dimostrano la sua straordinaria bravura e capacità nell'arte del pennello.


Ulisse Ribustini eseguì nel 1905 nella Chiesa civitanovese dei Frati Cappuccini un'altra meravigliosa opera in una tela di dimensioni moderate, ma di colori espressivi ed efficaci, rappresentante la "Sacra Famiglia" che, ancor oggi, si può ammirare, dopo il restauro fatto fare dai frati all'esperto Elis Romagnoli di Morrovalle.


Ulisse Ribustini volle ritornare a Perugia, rifiutando un girovagare che avrebbe potuto sconfinare anche a Parigi, ove poteva acquisire una diversa notorietà e più ambiti traguardi. Nel 1898 fino al 1906 fu titolare dell'Accademia perugina di Belle Arti; dal 1908 al 1913 insegnò ornato. Acquistò una casetta in via della Viola in Perugia ove visse fino a 92 anni, morendo scapolo e quasi povero, il 16 di Giugno 1944.


Non si possono non ricordare sue pitture fatte nelle Chiese di Ponte della Pietra e di Santa Maria Nuova di Perugia, le tele di Altare della Chiesa del Ferretto a Castiglione del Lago, i Medaglioni, dipinti in bianco e nero, dei grandi letterati e musicisti umbri sui parapetti del Teatro Terreno, il fondale del Presepe alla Chiesa di San Filippo Neri, gli ornati neo-gotici della sala del Mal Consiglio al Palazzo dei Priori, gli affreschi nella Cattedrale di San Benedetto e la Cappella del Sacramento con la cripta dove riposano le spoglie del Beato Angelo.


L'artista ha cantato Perugia nelle stradette, dei rimbocchi, delle piccole piazze, dei giardini pensili ed una sua tela, che suscitò grande interesse, fu quella in cui dipinse San Francesco d'Assisi morto nella Pozziuncola, così come una altra sua grande tela raffigurante "La visita del San Carlo Borromeo e sua nepote professa" nel Convento delle Cappuccine in Porta Santa Susanna.


Anche in altre regioni d'Italia si fece onore esponendo, con grande successo, alle Mostre di Napoli nel 1877, di Roma nel 1883, di Torino nel 1884 e di Venezia nel 1887. Al Museo Kensington è sua la copia del Gonfalone del Bonfigli esistente nella Chiesa di San Fiorenzo.


Fu verso il 1914 che Ulisse Ribustini cominciò le tavole della Divina Commedia. Iniziava ad affliggerlo una penosa infermità agli arti inferiori onde speso doveva rimanere in casa e così dipingeva più intensamente: per il suo carattere e per le rivalità si era deciso a lasciare l'insegnamento all'Accademia di Belle Arti. Quando terminò "L'Inferno" nel 1916 - 1917 volle esporre le 34 tavole ed il ricavato della mostra volle evolverlo alla Croce Rossa Italiana, dimostrando un encomiabile spirito di Patria.


Ulisse Ribustini fu di temperamento troppo tranquillo e potremmo dire sedentario: la sua valentìa la potè e la volle esprimere soltanto a Perugia e dintorni.


Ma è certo che se avesse espatriato per vivere, magari alcuni anni, in quelle capitali artistiche che si chiamavano, fuori d'Italia, Parigi e dentro Milano, Firenza, Venezia, ben diverso sarebbe stato il suo destino.


Le sue "Cento Tavole" della Divina Commedia, recuperate da parte della Regione umbra e pubblicate postume, hanno permesso che si salvasse una preziosa collezione che, smembrata, avrebbe perduto il valore e che, sia nell'insieme che nel dettaglio, riesce oggi a dare veramente un'idea delle doti di questo artista.


Caterina Ribustini ebbe un figlio, Giuseppe, pittore anch'egli ed insegnante all'Accademia delle Belle Arti di Perugia, nato il 30 giugno del 1877 e morto il 18 novembre del 1957.


Nerio Ribustini ebbe un figlio, Lelio Vittore, padre di Giancarlo, nato nel 1924 e dottore in agraria: attualmente residente a Perugia, è l'ultimo dei Ribustini.


È doveroso ringraziare la Funzionaria dello Stato Civile di Perugia, d.ssa Emilia Cataluppi per aver trasmesso notizie e dati dell'Archivio Storico Comunale di quella Città.

 

 

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